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Lui & Lei

Una spia insolita


di DirtyMinds
01.02.2019    |    1.823    |    2 8.7
"Gli supplico di fermarsi, ma lui rallenta solo, continuo a tremare, non so cosa fare così mi sposto, cerco di farlo uscire, ma lui mi blocca, intimandomi..."
Ero una escort, abbastanza rinomata, ma una notte vengo rapita, mi attaccano un congegno strano semi invisibile sulla mia coscia, che mi avrebbe distrutta se non avessi fatto ciò che mi veniva chiesto, dovevo fare la spia.
La mia astuzia portava molti frutti perché riuscivo a ricevere soldi sia da chi spiavo, sia da chi mi aveva "assunta", attraevo gli uomini con abiti succinti nei loro Hotel, chiedevo quale fosse il loro lavoro, alla loro richiesta di rivelare il mio dicevo che ero una prostituta, ma che mi ero innamorata del loro sguardo e che volevo assolutamente fare l'amore, tutti ci cascavano, io non mi sarei mai innamorata, era il mio lavoro.
Un giorno mi affidano una commissione.
Un uomo misterioso, nessuno è mai riuscito ad avvicinarlo perché non dava molta confidenza, o semplicemente era troppo timido, ma io non potevo deludere il mio capo, o sarebbe stata la fine per me.
Così mi iniziai a preparare, lui nella camera 261 con la sua cagnolina, io nella 256 a prepararmi col mio capo che guardava, ero talmente tesa che quasi mi infastidiva la presenza di quella piovra del mio capo, con le mani sempre sul mio corpo.
Ero pronta, maglia scollata grigia con zip davanti per veloce apertura, una gonnellina corta rossa, calze autoreggenti nere, giarrettiera con completino in pizzo nero, capelli lunghi bloccati da un fermaglio e lasciati cadere sulla spalla, stivaletti alti allo stinco con tacco 15.
Ero pronta, la mia preda era pronta, mi bastava solo uscite da quella camera e agire.
Il mio capo aveva rapito la cagnolina dell'obiettivo per farlo uscire dalla camera così mi ritrovai sola su quel tappeto rosso messo nel corridoio dell'hotel, ad aspettare che uscisse dalla camera 261.
Ero lì in piedi, aspettando qualcosa.
A un tratto la cagnolina scappa dalla stanza del mio capo, venendo verso di me spaventata, la prendo in braccio, ed è lì che si presenta lui, quello che dovevo prendere tra le mie gambe, ma in quel momento credo di essermi fermata troppo a guardarlo.
Quegli occhi azzurri che non facevano trasparire nulla, i suoi capelli castani spettinati, la camicia bianca che nascondeva quel corpo magro ma muscoloso, quei pantaloni grigi che nulla lasciavano all'immaginazione.
Credevo di aver fatto subito colpo ma era lui che aveva fatto colpo su di me.
Chiudo gli occhi per riprendermi, ero lì per lavoro, era un'altra preda da distruggere, così con un sorriso dico un timido ciao mentre contento prende la sua cagnolina ringraziandomi con un inchino.
Stava andando via nella sua camera senza di me, mi ero totalmente bloccata, non so cosa mi stesse succedendo, riprendo la ragione e lo blocco "scusa ti dispiace se sto un po'con te?".
Lui squadrandomi si blocca rispondendo con un tremante no, ma i suoi pantaloni facevano intendere che non fosse così.
"Dai, solo un pochino, ho trovato la tua cagnolina, mi devi un qualcosa no?"
Così con la testa abbassata dalla timidezza, quello splendido ragazzo mi apre la porta per farmi entrare.
Il mio cuore batteva come mai fino a quel momento, tremavo, non sapevo cosa mi stesse succedendo, mi siedo sul letto, un letto matrimoniale molto morbido, perfetto per quello che avrei dovuto fare dopo, ma più lo guardavo più il mio cuore batteva.
Lui si siede su una poltrona lontana dal letto e inizia a fissarmi con la testa bassa, nascondendo ciò che ha nei pantaloni con le sue mani.
"Non ti preoccupare è normale" dico io cercando di chiudere la scollatura della mia maglia.
"Sei davvero bella" dice lui alzando la testa e squadrandomi un'altra volta.
Così mi avvicino, lo avevo in pugno, mi siedo sul bracciolo di quella poltrona, mettendo il mio seno al altezza dei suoi occhi, ma un qualcosa mi metteva in disagio, continuavo a pensare che dovessi rimanere concentrata, era il mio lavoro.
Così parto con la mia solita prima domanda "che lavoro fai?" chiedo "sono un semplice studente, non lavoro ancora" dice "come mai ti trovi qui allora?" continuo "hanno organizzato un congresso di ottica di due giorni, quindi sono costretto a stare qui".
Non capivo cosa dicesse… Ottica? Il mio capo non mi aveva detto che fosse di rango basso, sono abituata a banchieri, proprietari di fabbriche, a cosa serviva questa formichina!?
Più lo guardavo più mi perdevo nei suoi occhi, non avevo parole, non sapevo che dire.
Lui mi sorride, un sorriso di circostanza, che mi ha distrutta
Ero totalmente incasinata, non sapevo che dire
Un momento di imbarazzo cala in quella stanza, fino a quando lui chiede "qual è il tuo lavoro?"
Io ero pronta a rispondere riprendendo il mio discorso, era fatta
Mi avvicino a lui, sussurrando nel suo orecchio "sono una prostituta"
Lui si irrigidisce, cerca di mantenere sempre di più ciò che i pantaloni vorrebbero far uscire "stai tranquillo, non mordo mica"
Così mi avvicino la mia mano al suo petto, ma lui la blocca "cosa vuoi fare?" Mi chiede, guardandomi negli occhi.
Quei suoi occhi, che mi fossi veramente innamorata dei suoi occhi? "Non posso fallire" dico a bassa voce abbassando la testa
Lui lascia la presa e abbassa la testa per cercare i mie occhi "cosa devi fare?" mi chiede
Così gli spiego che ero stata costretta a raggirarlo a causa di un congegno che non sapevo come togliere.
Non riusciva a capire, effettivamente era tutto un po' confuso, così prendo la sua mano e la metto tra le mie gambe, lui la tira in dietro "non è quello che pensi, fidati" gli dico.
Così lo avvicino a quel congegno infernale, lui aveva già capito, mi scosta e va verso l'armadio.
Ero rimasta lì su quel bracciolo, mentre lui frugava tra le sue cose, prende un portatile, ma non di quelli semplici, aveva tante cose intorno, cavi, prese, non ne avevo mai visto uno così, si mette seduto ai miei piedi e mi apre le gambe.
Io rimango pietrificata "non è quello che pensi, fidati" mi dice sorridendomi.
Mentre digita sul suo portatile mi chiede "come mai mi hai detto tutto?" io gli rispondo a voce bassa "mi sono innamorata dei tuoi occhi",
Lui ride, chiedendomi se lo dico a tutti quelli che incontro, io gli rispondo che è così, ma che quella volta credevo fosse vero.
Al termine della mia frase sento un bruciore fortissimo e vedo cadere quel congegno quasi invisibile a terra, ecco perché questo studente era così importante.
Lui si alza, chiude il portatile e lo rimette a posto dicendo "ora puoi anche andare, sei libera, non hai bisogno di venire a letto con me, nessuno ti obbliga"
Io rimango bloccata lì, su quel bracciolo...ero libera?
Lui va alla porta, era lì per aprirla, ma metto una mano sulla sua "siedi accanto a me" gli dico. Si siede accanto a me, su quella poltrona, io scendo sulle sue gambe e lo guardo negli occhi "grazie" gli dico e faccio una cosa che non facevo da tanto tempo, lo bacio.
Lui si irrigidisce, così decido di alzarmi, era un bravo ragazzo, non dovevo portarlo nel mio mondo se non voleva, mentre accingevo per andarmene si alza e mi prende la mano, mi tira e mi bacia.
Lo prendo per la camicia e mentre la sbottono lo porto verso il letto "ora ti faccio vedere io" gli dico
Così lo spingo sul letto e mi ci metto sopra, inizio a baciarlo, ma lui mantiene sempre le mani lontane da me, così gli prendo la mano e gli faccio aprire la mia maglietta dalla zip, lentamente.
Dopo averla aperta porto le sue mani sul mio seno mentre io gli apro i pantaloni.
Quella sua timidezza mi eccitava così tanto ma dovevo andare piano con lui "se vuoi mi fermo, non voglio obbligarti, mi sembra il minimo per ringraziarti"
Lui toglie le mani dal mio seno, pensavo volesse che mi rivestissi, mi alzo, risistemo la gonna, ma lui mi prende per una mano, mi sbattere sul letto e mette la sua mano tra le mie gambe, le sue mani, così morbide, che percorrono le mie gambe lasciando una via di brividi continui.
Mi bacia facendo arrivare la sua lingua nella mi gola, inizia a toccarmi, non mi era mai capitato, era troppo strano, nessuno si era mai preoccupato del mio piacere.
In pochi tocchi ero già al limite dell'urlare.
Gli apro i pantaloni e prendo quello che aspettavo da quando l'ho visto la prima volta, era così grande.
Lo spingo con le spalle sul letto continuo a baciarlo mentre gli faccio una sega, era così duro.
Di colpo scendo con la bocca, il suo fiato si blocca per un momento, così mi giro per stendermi su di lui mentre continuo a tenere in bocca quel cazzo che tanto mi stava soddisfando alla vista.
Con la mia figa sulla sua faccia mi apre le gambe e mi tira a se e, prendendomi dal seno, mi alza, ero totalmente seduta su di lui.
Ero lì a godere come mai fino a quel momento.
Mi spinge via, mi slaccia la giarrettiera, mi sfila quel perizoma in pizzo che poco lasciava all'immaginazione e va ancora una volta con la sua bocca sprofondando tra le mie grandi labbra.
Il mio fiato si smorza all'arrivo della sua lingua sul mio clitoride, era così piacevole, ma ciò che volevo era sentirlo dentro di me.
Lo prendo dalla testa e lo tiro a me "entra" gli dico, così con foga entra dentro di me, con quel cazzo così duro da spingermi su tutte le pareti per farsi strada, inizia a spingere, sempre più veloce.
Non mi sembrava vero, stavo godendo.
Esce, mi toglie la maglietta, mi slaccia il reggiseno, inizia a leccarmi tutta mordendo qua e là, era così piacevole.
Io gli tolgo la camicia e tocco le sue spalle, le sue braccia e il suo petto muscolosi, una gioia al tatto, mi prende e mi gira.
Spinge la mia testa sul cuscino e inizia a toccarmi il sedere, avevo capito cosa volesse, sento la sua saliva cadermi sul culo, entra prepotente nella mia figa facendomi saltare dal godimento.
Con la sua mano inizia a far entrare la saliva per lubrificarmi ciò che mi avrebbe distutto "è molto stretto" mi dice "non lo svendo, preferisco concederlo a chi merita" rispondo.
Così ancor più mosso dal suo orgoglio e compiacimento, decide di entrarmi in culo.
Il mio fiato si smorza all'arrivo di quel grosso cazzo in quello spazio ristretto.
Mi tira a se dal collo, inarcandomi la schiena e mi sussurra nell'orecchio "io merito?".
Sbattendomi sempre più forte, spinge ancora una volta la mia faccia sul cuscino, quasi a soffocarmi, mi prende dai fianchi per poter fare botte sempre più forti e profonde.
Lo sento tutto dentro che mi riempie, inizio a urlare di piacere, sempre più forte, fino a tremare.
Mette una sua mano avanti stimolandomi il clitoride, sono in pieno orgasmo, mi aveva conquistata.
Esce da me e mi rimette a pancia in su, mi entra avanti alzandomi i piedi al suo collo, continua a stimolarmi il clitoride mentre spinge dentro la mia figa.
Non riesco più a trattenermi e vengo.
Non mi era mai successo, ero venuta prima di lui.
Gli supplico di fermarsi, ma lui rallenta solo, continuo a tremare, non so cosa fare così mi sposto, cerco di farlo uscire, ma lui mi blocca, intimandomi di non scappare.
Decide di fermarsi e mettersi accanto a me, mi prende tra le sue braccia e toccandomi il seno mi sussurra "sei la mia prima".
Faccio finta di non capire, imbarazzata mi alzo, entro in doccia per lavarmi, facendo segno di seguirmi, non avevo finito con lui.
Apriamo l'acqua, eravamo così stretti, mi abbasso per succhiargli quel cazzo che mai si era abbassato, scendo sempre più, mentre le gocce d'acqua scorrono sulla mia schiena.
Forse ci ero riuscita, stava per venire.
Dal basso lo guardo negli occhi, stava godendo, sentivo la pressione che c'era nella mia bocca, inizia ad ansimare, mi spinge la testa su vetro della doccia e inizia a scoparmi la bocca.
Mi dice di aprire la bocca, la apro, era arrivato il momento, stavo per ricevere finalmente quel succo.
Con un ultimo sospiro viene e inizia a urlare, mentre il suo seme arriva sulla mia faccia, nella mia bocca, sul mio corpo.
"Ferma così" mi dice e io obbedisco, mi fa leccare fino all'ultima goccia del suo sperma guardandomi con aria soddisfatta "pulisciti" mi dice, prendo ogni goccia sul mio corpo e lo porto alla mia bocca.
Era così buono.
Mi porge la mano e mi invita ad alzarmi, appena in piedi mi bacia e quel bacio ha detto tutto ciò che serviva dire.

~Pink
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